Roba vecchia, anzi molto stagionata  / Sedici anni dopo "Il ritorno dello Jedi" è arrivata finalmente la nuova puntata della saga stellare più famosa del mondo: "The Phantom Menace", che apre il triplo prologo dei mitici film usciti fra il 1977 e il 1983. Diretto da George Lucas, tornato per la prima volta dietro alla macchina da presa 21 anni dopo il suo "Star Wars", è uscito negli Stati Uniti in oltre 5 mila sale nel maggio 1999 e qualche mese dopo anche in Italia. Risultato americano: incassi record, file ai botteghini, scuole e uffici disertati per il week end. Il secondo e il terzo film arriveranno nel 2002 e nel 2003.

Nell'anno Duemila
Star Wars torna alle origini



Il manifesto del nuovo film con i protagonisti: da sinistra Natalie Portman, il piccolo Jake Lloyd, Frank Oz nei panni di Yoda,
Liam Neeson in quelli di un guru dei Jedi, Ewan McGregor in quelli dell'ancora giovane Obi-Wan Kenobi. La storia  è
ambientata 50 anni prima del leggendario "Guerre Stellari" e dei successivi "L'Impero colpisce ancora" e "Il ritorno dello
Jedi", che nella cronologia di Star Wars occupano il quarto, il quinto e il sesto posto. All'uscita del film Lucas ha
dichiarato che gli episodi 7, 8 e 9 non si faranno mai. Nella fotografia qui in basso, accanto all'inizio del testo, Anakin
Skywalker, il futuro padre di Luke, che nel film è ancora un bambino ma negli episodi seguenti diventerà Darth Vader.

 
 
di FABRIZIO ZAMPA

L'Impero deve ancora colpire, il ragazzo Luke Skywalker e la principessa Leila devono ancora nascere, il futuro padre di Luke, Anakin (che poi diventerà il perfido Darth Vader) ha soltanto 8 anni, Obi-Wan Kenobi (l’avete visto impersonato nei precedenti film dal grande Alec Guinness) è un giovane che già insegna ai ragazzi i segreti degli Jedi, lo Yoda è quasi in fasce (ha appena 750 anni) e la sua pelle è verde chiara, Han Solo (l’Harrison Ford che tutti conosciamo) non c’è proprio, il futuro imperatore Palpatine è un rampante diplomatico che vuol fare molta carriera, e insieme a loro ci sono figure mai viste: il guru dei Jedi Qui Gon Jin, una giovane e splendida regina, il capitano Panaka (che ha la pelle nera), un copilota dalla faccia di cammello che è il precursore del vecchio Chewbacca, e così via.
   Sono i personaggi di Star Wars: Episode 1 - The Phantom Menace, l'ultimo film della serie Guerre Stellari diretto da George Lucas, che per l’occasione è tornato dietro la macchina da presa dopo vent'anni. La minaccia del fantasma, per il quale chi s’intende di cash box prevede un incasso superiore al miliardo di dollari. Ma prima di andare avanti è meglio fare un po’ d’ordine, per capirci meglio: Guerre stellari (Star Wars, uscito nel 1977), L’impero colpisce ancora (The Empire Strikes Back, 1980) e Il ritorno dello Jedi (The Return of Jedi, 1983) sono in realtà il quarto, il quinto e il sesto episodio di una saga della quale La minaccia del fantasma è ora il primo episodio.
   Il secondo uscirà secondo le previsioni nel 2002 (però sono in pochi a giurarlo) e il terzo nel 2003 (idem), ma già si sta preparando tutto, dalle story board ai costumi, gli effetti, i personaggi  umani e non umani, le scene, i veicoli e tutto il resto, perché saranno in pratica tre film quasi virtuali, realizzati con un lavoro di computergrafica senza precedenti. E se mai si faranno il settimo, l’ottavo e il nono episodio (ma Lucas giura di no), gli attori reciteranno quasi sempre su un fondale blu sul quale verranno poi inserite elettronicamente le scene, le battaglie, gli alieni, la Galassia, le astronavi e tutto il resto.



Lo Yoda, che nell'episodio in arrivo ha appena 750 anni, e Ewan McGregor nei panni di Obi-One Kenobi all'inizio della sua avventura

 

   E veniamo al film, che si svolge su tre mondi: Tatooine, pianeta deserto della frontiera galattica abitato dai Tusken Raiders, Coruscant, il centro della Galassia dove in una immensa città galleggiante nello spazio risiede il governo dell’Universo, e Naboo, pianeta verde e piacevole dove vivono bizzarre razze. Lì crescono Anaikin Skywalker (lo interpreta il piccolo Jake Lloyd) e la madre Shmi (Pernilla August, moglie del regista svedese Bill August), Obi-One Kenobi (Ewan McGregor, già protagonista di Trainspotting), il capo degli Jedi Qui-Gon Jinn (Liam Neeson, che insegna ai ragazzi a diventare Jedi e a maneggiare le spade laser), la giovane regina (l’affascinante Natalie Portman: l’ex-dodicenne di Leon di Luc Besson è cresciuta e oggi è assai appetitosa) e così via. C’è il piccolo robot C1 (nella versione originale si chiamava R2-D2), ma invece del suo dorato collega C3P8 (in inglese era C3P0, pronuncia "seethreepio"), che nascerà dopo, c’è un suo precursore, un modello abbastanza simile ma meno evoluto: C2P6.
   Il cast è numerosissimo e assai nutrito: accanto agli attori già citati ci sono Ian McDiarmid (è il futuro imperatore Palpatine), Terence Stamp (il cancelliere Valorum), Hugh Quarshie (il capitano Pakana), Anthony Daniels (è il precursore di C3P8), Frank Oz (lo Yoda), e ancora Ahmed Best, Kenny Baker, Samuel L. Jackson, Adrian Dunbar, Warwick Davi, Ralph Brown, Silas Carson, Dhruv Chanchani, Celia Imrie, Ray Park, Andy Secombe, Margaret Towner, Oliver Walpole, Kristina DaSilva, Jerome Blake, Steven Speirs, Synthia Monroe, Benedict Taylor, Clarence Smith, Dominic West, Alexi Kaye Campbell, Greg Proops, Scott Capurro.


La Millennium, a bordo della quale viaggeranno Luke Skywalker e Laila,  e la minacciosa astronave del perfido Darth Vader (qui sotto)

 

I nostri personaggi vivono tutti in una zona di pace nella quale però il male è in agguato, e il film (del quale è già disponibile una versione su videocassetta, mentre il Dvd sarà in vendita solo nel 2001) racconta appunto l’avanzata del male in un momento in cui i protagonisti crescono e fanno esperienze cercando di migliorare se stessi. E’ quasi come se si ripercorressero l’avvento del nazismo, la notte dei cristalli, l’ascesa al potere di Luigi XIV o di  Hitler: nei tre film che abbiamo già visto i buoni verranno sconfitti dalla Morte Nera, e in questo episodio si prepara e si mette a punto tutto il cammino della lunghissima vicenda. Nel secondo episodio Anaikin Skywalker diventerà più grande, e nel terzo, quando avrà Luke per figlio, si trasformerà entrando nei perfidi panni di Darth Vader. Tra i tanti momenti di questo primo episodio, costellata di eventi, viaggi e battaglie, è importantissima la guerra dei droidi, che si combattono senza spargere sangue ma soltanto metallo e chip, perché è il momento in cui avviene la presa di potere del male, o meglio del Male con la M maiuscola.
   Quanto alla lavorazione, offre non poche curiosità. Finite le riprese, effettuate per gli interni ai Pinewood Studios di Londra (ma alcune scene sono state riprese alla reggia di Caserta) e per gli esterni del pianeta Tatooine nei deserti della Tunisia, è toccato alla parte più laboriosa, quella della ricostruzione su computer che è durata mesi ed è costata una barca di milioni di dollari, da aggiungere a quelli spesi, oltre che per il cast artistico e tecnico, per le locations, le migliaia di modellini di robot, droidi e mezzi spaziali in tre dimensioni, i viaggi, le ricostruzioni, i costumi, le armi, i tantissimi effetti che sono stati fatti dal vivo sul set invece di essere affidati all'arte e alla creatività elettronica degli specialisti ai quali è toccata la maggior parte del lavoro.
   Previsioni per il futuro, vale a dire per i prossimi due film? Beh, già si sa che per gli esterni dei successivi episodi si girerà tutto in Australia, lavorando il più possibile sul virtuale: tranne gli attori, che si muoveranno su fondali neutri, non ci sarà più niente di umano e gli interpreti dovranno imparare la difficilissima arte di muoversi sul nulla e nel nulla come se intorno a loro ci fosse però già tutto. Dove saranno ambientati i film a venire? Sembra che George Lucas, che nella scrittura e nella realizzazione dei tre precedenti film si è già giocato il cielo, il deserto e il verde, si giocherà l’acqua, e più avanti un mondo di fuoco. Come vuole, poi, la più classica tradizione: aria, terra, acqua e fuoco non guastano mai.

 
 


Un droide volante, uno dei tanti robot che partecipano alla grande battaglia
dei droidi che è uno dei momenti più spettacolari di "The Phantom Menace"



George Lucas racconta: i suoi trucchi, i suoi uomini,
la sua caccia alla perfezione di immagini e suoni

«Non voglio battere nessun record al botteghino: mi preoccupo solo della qualità delle immagini e del suono, di ciò che il pubblico vedrà nelle sale cinematografiche. Il resto per me in fondo conta poco», diceva alla fine delle riprese George Lucas, che doveva fare solo la regia del primo episodio della nuova serie ma poi ha deciso di girare anche gli altri due perché si è divertito tornando per la prima volta dietro alla cinepresa a 21 anni di distanza dal vecchio Guerre stellari realizzato nel lontano 1976-77.
Il vero autore della saga di Star Wars è lui, una sorta di imperatore che ha però la sana abitudine di demandare a veri esperti i diversi settori. Negli ultimi mesi del '98 e i primi del '99, rinchiuso nelle sale di editing del suo Skywalker Ranch, George Lucas ha montato il materiale girato per poi combinarlo con l’immensa quantità di immagini realizzate dalla sua equipe con la più sofisticata computergrafica e con un'attrezzatura che è costata una vera fortuna. L'hanno affiancato il suo montatore Paul Martin Smith, il designer Doug Chiang, il coordinatore degli stuntmen Nick Gillard, il supervisore degli ”effetti delle creature” Nick Dudman, la costumista Trisha Biggar, l’esperto factotum Daniel Ant e il geniale autore dei dialoghi Ben Burtt. Tutti i linguaggi alieni, gli alfabeti e le voci che si è inventato Burtt sembrano assurdi e fatti a caso, mentre invece sono estremamente logici e hanno un preciso significato: anche se noi sentiamo suoni strani, rumori o fischi sono parole che nella loro apparente incomprensibilità riescono a farsi capire anche da un bambino.
«Devo costruire tutte le scene - diceva Lucas agli inizi del suo lavoro - perché finché non le ho premontate nel modo migliore e non ne sono pienamente soddisfatto non so esattamente cosa dovrà metterci dietro e di quali effetti dovrò servirmi. Ma è bellissimo lavorare così: è il trionfo della fantasia e della creatività». I trucchi usati dal regista sono tanti, dall’uso di programmi che animano modelli fisicamente già costruiti di droidi, di navi, di caccia, di intere galassie o di armi a tre dimensioni (li ha curati l’animatics team guidato da David Doozoretz) al montaggio appositamente realizzato di riprese di battaglie aeree della seconda guerra mondiale, girate a loro tempo in 16 millimetri bianco e nero per i cinegiornali dell'epoca, per poi usare il materiale come esempio dei tempi e dei ritmi giusti per gli scontri fra i suoi caccia spaziali, gli ormai famosi X-Wings e Tie Fighters.

 


Attenzione: se volete maggiori informazioni sia sugli ultimi episodi che su tutto ciò che riguarda il ciclo, i personaggi, il mito, i film, i dischi, le videocassette, i magazine, il merchandising e qualsiasi altro argomento, andate sul sito di Star Wars cliccando qui.
Troverete centinaia e centinaia di pagine piene di informazioni, immagini, filmati e ogni ben di Dio che sarà un'impresa esplorare. Se volete potrete vedere in RealVideo (ma la qualità non è un granché), o meglio ancora scaricarli (sia in formato QuickTime, senz'altro il migliore, sia nel meno ingombrante ma più piccolo formato Avi)  i due famosi trailer di The Phantom Menace, che durano ciascuno poco più di due minuti (ma pesano, e come: in Quickmovie il primo 15 mega, il secondo 25 mega!) e sono stati protagonisti di un vero e proprio fenomeno: nei cinema americani dove venivano proiettati il pubblico pagava il biglietto solo per vederlo, e in gran parte lasciava la sala alla fine dei trailer senza preoccuparsi minimamente di godersi anche il film in cartellone.
Un consiglio sui trailer: se li scaricate in formato QuickTime prendete le versioni zip da 14,5 e da 24,5 mega. Per vederle splendidamente a tutto schermo scaricate l'ultima versione di QuickTime 4.0, è davvero ottima. La trovate al sito www.apple.com/quicktime/

 

Grazie a Daniele Formica, appassionato e attento esperto di Star Wars, per la sua indispensabile collaborazione nelle ricerche e soprattutto nel chiarimento dei molti  misteri che fino all'uscita hanno avvolto The Phantom Menace. Indovinate un po' chi è il Daniel Ant citato (ma per vivere felici bisogna anche giocare, no?) nel pezzo su George Lucas...
 
 

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