Un viaggio fra le camere di un normale appartamento romano, una dozzina di spettatori a sera che vivono lo spettacolo non seduti nelle poltrone di un teatro ma standoci dentro, fianco a fianco con gli attori, i loro personaggi, i loro ricordi, il loro immaginario che diventa realtà. Ecco Le stanze di Faust, una singolare rilettura del testo di Goethe proposta a Roma da Silvio Benedetto e la sua compagnia
 
 
 
Silvio Benedetto e Olga Macaluso
in una scena di "Le stanze di Faust"
 
 
 
 
 
Mefistofele? E' nella seconda stanza a sinistra
 
 
 
di FABRIZIO ZAMPA

L’appuntamento è alle 20.50 precise in strada, davanti al portone di via degli Scialoia 6, e se piove portatevi l’ombrello perché le istruzioni sono precise: «Non salite, verrà qualcuno a prendervi». Siamo una dozzina, e finalmente qualcuno arriva: è un ragazzo che cerca sua sorella, ci mostra la sua foto chiedendo se l’abbiamo vista e finalmente c’infila nell’ascensore che porta all’ultimo piano. Un quarto d’ora d’attesa, quindi si scende al piano di sotto e l’avventura comincia.
   Un telefono suona in corridoio e uno di noi viene chiamato a rispondere. Poi via fra le stanze, dove si aggira il Professore vestito con un mantello nero. Porte che si aprono e si chiudono, candele o luci colorate che rischiarano gli angoli, una bionda dai capelli cortissimi che porta un bicchiere di vino rosso, una donna che appare come un folletto mettendosi a parlare, a recitare e a cantare, i vecchi genitori del Professore che stanno nella loro camera ma chiacchierano amabilmente con te, il rubinetto di una vasca da bagno che lascia cadere una goccia il cui suono echeggia tra le maioliche e scandisce il tempo, il Professore che seduce la bionda mentre un pianoforte suona Apres la pluie di Eric Satie, un salotto pieno di vecchi banchi di scuola, di ricordi, di suggestioni, il fratello della ragazza che irrompe insanguinato nel corridoio e stramazza morto sul pavimento, a pochi centimetri dai piedi degli spettatori...
   Sono alcuni momenti di Le stanze di Faust, l’ultimo e singolare lavoro messo in scena dal regista, attore, scultore e pittore Silvio Benedetto nel suo Teatro negli Appartamenti, ovvero in due appartamenti al quinto e sesto piano di via degli Scialoia: uno spettacolo strano e intrigante, che per il pubblico diventa subito un’esperienza live insolita e che traduce in immagini (ma non solo: in incontri, sensazioni, atmosfere, sussulti) il Faust di Goethe. Il tutto con grande rispetto per i testi originali, molti tagli indispensabili per dargli ritmo, alcune aggiunte (come un pezzo di Garcia Lorca su Goethe), molte sorprese e un cast che oltre al protagonista comprende Olga Macaluso, Piero Macaluso, Silvia Di Blasi, Adela Caldarella, Juan Valente e Salima Balzerani, tutti assai bravi.
   Se volete andare a vederlo (non ve lo perdete: le sue radici affondano nel teatro di sperimentazione degli anni ’70) vi diamo un riassuntino che potrà esservi utile per capire subito quello che succede, anche se poi tutte le spiegazioni necessarie le avrete a fine spettacolo, quando andrete a cena con la compagnia nella sala da pranzo al piano di sopra.
   Il professore scopre tra i suoi libri la possibilità dell’ignoto: immedesimandosi in Faust potrà ritrovare se stesso attraverso l’eros, l’inconscio, la lotta col quotidiano e con i ricordi che la casa offre. Così vede Silvia e immagina che sia Margherita, vede Olga e immagina che sia Mefistofele, e via via materializza il suo immaginario inseguendo un pericoloso desiderio («Vorrei fermare questo istante») per esaudire il quale dovrà però dare la sua anima a Mefistofele e finire all’inferno.

   Seguire passo passo la sua impresa è un bel lavoro: dovrete indagare nei segreti che cela ogni stanza, captare atmosfere, suggestioni, allusioni e illusioni, in due parole faticare e soprattutto lasciarvi andare e vivere la storia dal vivo. Ma è un ottimo sistema per scoprire o riscoprire un teatro che ti trascina al suo interno e che non potrebbe mai svolgersi in una normale sala, visto che il vero protagonista è poi l’appartamento, con i suoi ricordi e i suoi misteri.
   «E’ uno spettacolo minimale che ha questa misura, e se si amplifica si uccide», spiega Benedetto, argentino ma italiano d’adozione, che replica Le stanze di Faust ancora per diversi giorni, ma sempre in casa. Come dargli torto? Per prenotarvi (se siete a Roma, ovviamente) basta telefonare allo 06-3210241.

 

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